La nuova startup spaziale Privateer, che ha come co fondatore Steve Wozniak, ha ideato Pono un servizio di sharing spaziale e non solo...

Privateer la startup spaziale di Steve Wozniak

AstropillsAstropills sulla Terra

La start-up spaziale Privateer, co-fondata dal famoso informatico ex Apple Steve Wozniak, inizierà i test orbitali del suo modulo di ride-sharing Pono a gennaio del prossimo anno.  Il modulo, lanciato il 1° dicembre a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9  è stato sviluppato per incoraggiare gli utenti dello spazio a condividere risorse al fine di ridurre la crescente quantità di satelliti attorno alla Terra.

Lo sharing satellitare

“Proprio come stiamo cercando di ridurre al minimo la plastica monouso, vorremmo ridurre al minimo i satelliti monouso”, ha detto in un’intervista Moriba Jah, ricercatore sulla sostenibilità spaziale e capo scienziato della Privateer. “Non disponiamo ancora di satelliti riciclabili. Ma con Pono abbiamo sviluppato un pacchetto che può rendere i satelliti multiuso”.

Jah è critico nei confronti degli attuali sviluppi sfrenati nello spazio. La Privateer di Steve Wozniak vorrebbe che il settore spaziale adottasse un atteggiamento più in linea con il concetto di economia circolare. Un approccio all’utilizzo delle risorse, che mira a mantenere i materiali in uso il più a lungo possibile, attraverso il riciclaggio. Ispirato dal car sharing, che ha offerto un’alternativa al possesso di un’auto, il satellite sharing potrebbe presto diventare la scelta preferita per i ricercatori di dati spaziali. 

“Proprio come con il ridesharing con Uber, puoi usare una risorsa comune in modo che più persone possano trarne vantaggio“, ha detto Jah. “Non tutti coloro che vogliono ottenere dati sullo spazio e dallo spazio avrebbero bisogno di lanciare un satellite”.

Le orbite terrestri sempre più affollate

Per dimostrare che mettono in pratica ciò che predicano, Privateer ha lanciato Pono non come veicolo spaziale autonomo, ma come componente di una missione gestita dalla start-up italiana D-Orbit. Le future missioni Pono saranno lanciate in collaborazione con altri operatori satellitari per contribuire a ridurre il numero di nuovi oggetti nello spazio.

Come molti altri esperti di sostenibilità spaziale, Jah è preoccupato per la crescente quantità di satelliti operativi e spazzatura che sfrecciano intorno alla Terra. Secondo l’Agenzia spaziale europea (ESA), nel novembre 2023, 6.800 satelliti operativi orbitavano insieme a circa 36.000 detriti spaziali più grandi di 10 centimetri e milioni di frammenti più piccoli. 

Questi numeri sono destinati ad aumentare man mano che le mega-costellazioni di satelliti che trasmettono Internet, come StarlinkProject Kuiper, continuano a crescere. Gli esperti temono che con così tanta roba in orbita, le collisioni potrebbero presto diventare la normalità. “Da un punto di vista ambientale, il modo in cui ci stiamo comportando ora sta portando all’incapacità di utilizzare lo spazio”, ha detto Jah. “Quindi dobbiamo fare qualcosa di diverso”.

La tecnologia dei Pono

Oltre a consentire agli utenti di condividere risorse spaziali, Pono ha un’altra funzione che mira a migliorare la sostenibilità delle operazioni orbitali. Il modulo raccoglierà dati sul traffico orbitale, che Privateer utilizzerà per creare delle mappe Google spaziali. Un’applicazione interattiva chiamata Wayfinder, integrerà le informazioni dalla futura costellazione di Pono e altre fonti. 

Il portavoce di Privateer, Beau Holder, ha detto che la società alla fine prevede un’intera costellazione di Ponos. Il lancio del secondo modulo è già previsto per il 2024, mentre la prima piattaforma per servire i clienti dovrebbe volare un anno dopo. 

Un potente computer in grado di eseguire complessi algoritmi di intelligenza artificiale e apprendimento automatico, troverà probabilmente il suo posto nel mercato dell’osservazione del pianeta. Gli utenti potranno elaborare immagini in orbita invece di trasmettere grandi set di dati sulla Terra. In futuro, i computer di bordo di Pono saranno anche in grado di valutare il rischio di collisioni orbitali ed eseguire manovre autonome per evitarle. 

“Pono è un carico utile ospitato compatto che si integra fisicamente con i satelliti partner. Privateer offrirà il modello commerciale a tutti gli operatori interessati. Questi riceveranno un migliore monitoraggio, taskability ed elusione degli impatti insieme alla consegna senza interruzioni dei loro dati a nuovi mercati” ha concluso Holder.

Sofia Bianchi

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