Un ingegnere della NASA ha forse scoperto il modo di decodificare il segnale della Voyager 1 che da problemi di codifica da mesi

La NASA vuole risolve i problemi di comunicazione della Voyager 1

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Gli ingegneri della NASA sono un passo avanti verso la risoluzione dei problemi di comunicazione che ha ammutolito navicella spaziale Voyager 1. Attualmente fuori dal Sistema Solare, incapace di inviare dati utilizzabili sulla Terra. Nel 2012, la Voyager 1 è diventata il primo oggetto creato dall’uomo a lasciare il Sistema Solare ed entrare nello spazio interstellare. 

Per gli 11 anni successivi a questo risultato, la navicella spaziale ha diligentemente inviato dati al controllo a terra. Si trattava di dati che descrivevano dettagliatamente come funziona lo spazio oltre l’influenza del Sole. Nel novembre 2023, tuttavia, le comunicazioni della Voyager 1 con gli operatori di terra hanno smesso di avere senso. La Voyager 2, che ha seguito la sua navicella gemella fuori dal sistema solare nel 2018, è ancora operativa e in comunicazione con la Terra.

La svolta di un ingegnere

“In effetti, la chiamata tra la navicella spaziale e la Terra era ancora collegata. Ma la voce della Voyager è stata sostituita con un tono di linea monotono”, avevano precedentemente dichiarato il team di ingegneri della Voyager 1. La fonte dei problemi sembra essere scovata della NASA in uno dei tre computer di bordo della Voyager 1, nel sottosistema dei dati di volo (FDS). Questo computer, afferma l’agenzia in una dichiarazione (rif.), è responsabile dell’imballaggio dei dati scientifici e ingegneristici prima che vengano inviati sulla Terra dall’unità di modulazione della telemetria del veicolo spaziale.

Il passo positivo verso la risoluzione dei problemi di comunicazione tra il controllo di terra e la Voyager 1 è avvenuto il 3 marzo sorso. Il team della missione ha rilevato un’attività da una sezione dell’FDS che era diversa dal resto del flusso di dati confuso del computer. Quindi i messaggi della Voyager 1 che si presentano in codice binario, dalla fine dello scorso anno non ha più alcun significato. Anche il segnale appena rilevato non è ancora il formato corretto che la sonda dovrebbe utilizzare quando FDS funziona come previsto

La situazione è cambiata totalmente quando un ingegnere del Deep Space Network della NASA è stato incaricato di gestire le antenne radio che comunicano con Voyager 1 e il suo fratello interstellare Voyager 2. Dando un occhiata al codice l’ingegnere è riuscito a decodificare il segnale anomalo, scoprendo che conteneva una lettura dell’intera memoria dell’FDS. Codificati con la memoria FDS ci sono istruzioni sulle prestazioni e valori di codice che possono cambiare se lo stato del veicolo spaziale cambia o se viene comandato di farlo. Anche i dati scientifici e ingegneristici da inviare sulla Terra sono bloccati nella memoria. 

La nuova codifica del segnale

Il team ora confronterà questo nuovo segnale, con i dati che sono stati inviati sulla Terra appena prima che la Voyager 1 iniziasse a pronunciare sciocchezze binarie. Trovare discrepanze tra i dati regolari della Voyager 1 e questo segnale, aiuterà l’equipaggio a cercare la fonte del problema. L’idea era quella di spingere FDS a provare a utilizzare sequenze diverse nel suo pacchetto software. In questo modo determinare se il problema di comunicazione potesse essere risolto navigando in una sezione danneggiata.

Voyager 1 si trova attualmente a circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra. Questo significa che risolvere i problemi di comunicazione può essere un processo scrupoloso. Sono necessarie 22,5 ore per ricevere un segnale radio dalla Voyager 1, poi altre 22,5 ore per ricevere una risposta tramite le antenne della Deep Space Network.

Quindi i risultati della NASA sono stati ricevuti il ​​3 marzo e il 7 marzo gli ingegneri hanno iniziato a lavorare per decodificare questo segnale. Tre giorni dopo hanno determinato che il segnale contiene una lettura della memoria FDS. Gli scienziati e gli ingegneri della NASA continueranno ad analizzare questa lettura per ripristinare la comunicazione con la missione spaziale pionieristica che ha esteso la portata dell’umanità oltre il sistema solare.

Sofia Bianchi

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