un illustrazione che descrive una protostella

Le informazioni spettrali del telescopio spaziale James Webb hanno svelato sostanze chimiche all’interno di una protostella. I dati raccolti un articolo scientifico (rif.), suggeriscono la possibilità che sia in procinto di formare pianeti. Il James Webb Space Telescope (JWST) ha catturato una giovane stella ancora in formazione, produttrice delle cosiddette molecole di carbonio complesse come etanolo e acetaldeide.

Le molecole primordiali catturate da James Webb in una protostella

I composti che sta producendo potrebbero essere gli elementi costitutivi dei futuri pianeti. Una protostella è costituita da grandi volumi di gas e ghiaccio, che lentamente si trasforma in stella sotto l’attrazione della gravità. Molecole complesse di carbonio, il mattone principale della vita per come noi la conosciamo, sono state osservate in alcune nubi di gas protostellari. Purtroppo la mancanza di dati dettagliati, al momento non ci permette di dire esattamente quali composti si formano e se si formano nel ghiaccio.

Klaus Pontoppidan dello Space Telescope Science Institute (STScI) nel Maryland ed i suoi colleghi, hanno misurato per la prima volta la luce infrarossa proveniente da una protostella ghiacciata, IRAS 15398-3359. Utilizzando il Mid-Infrared Instrument (MIRI) di James Web oltre ad osservare i segnali di acqua nello spettro della luce stellare hanno individuato caratteristiche spettrali delle molecole che contengono carbonio nella protostella. “Questa è la prima volta che abbiamo la precisione nei dati”, afferma Pontoppidan. “Abbiamo visto cose come il metanolo, l’alcol più semplice in passato, ma ora pensiamo di poter vedere cose più complesse come l’etanolo, ad esempio, nello spettro” ha prontamente aggiunto.

Per confermare completamente quanto rilevato, i ricercatori dovranno fare esperimenti di laboratorio. Dovranno dimostrare che lo stesso mix di composti in laboratorio, produca spettri che corrispondono alle osservazioni di James Webb. Se fosse così, Pontoppidan e i suoi colleghi avranno aumentato la nostra comprensione di come sono state create le molecole della vita. “Se confermiamo che vediamo le molecole nelle quantità che pensiamo, allora sarà una sorpresa per noi. Sembra che il ghiaccio sia chimicamente più complesso di quanto pensassimo inizialmente”, afferma Pontoppidan.

Oltre a individuare il carbonio nello spettro della luce, i ricercatori hanno visto una firma che potrebbe essere il vapore acqueo. Questo potrebbe essere un segno che si sta formando un disco di materia attorno alla protostella che alla fine si unirà in pianeti, afferma Pontoppidan. “I dati fisici che stiamo vedendo ora da JWST sono di una qualità che possiamo facilmente ottenere in laboratorio”, afferma Martin McCoustra della Heriot-Watt University di Edimburgo. “Quindi ora diventa molto più facile fare confronti tra dati di laboratorio e dati di osservazione spaziale in un modo utile per aiutarci a identificare i composti chimici“.

Stefano Gallotta

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