Un misteriosa esplosione cosmica a circa 3 miliardi di anni luce da noi, continua ad alimentare un annoso dilemma scientifico

Una misteriosa esplosione cosmica ha creato un brillante lampo di luce nello spazio tra due galassie distanti oltre 3 miliardi di anni luce. Il flash ottico, una delle esplosioni di luce blu più luminose dell’universo è durato solo pochi giorni. E’ l’ultimo esempio di una rara specie di breve evento astronomico, chiamato luminous fast blue optical transients (LFBOT).

Il mistero dei LFBOT

Gli LFBOT sono ancora oggi un mistero assoluto. Il primo evento è stato osservato solo nel 2018. Designato AT2018COW, era posizionato nel braccio a spirale della sua galassia a 200 milioni di anni luce di distanza. Soprannominata la Mucca, era fino a 100 volte più luminosa di una normale supernova ed era brillante anche nelle onde radio, negli ultravioletti e nei raggi X. 

Se fosse stata una supernova, si sarebbe comportata in modo strano. Di solito, rimangono luminose per settimane, o addirittura mesi, e ha uno spettro riconoscibile. Al contrario la Mucca svanì dopo pochi giorni. Simili esplosioni di luce vengono scoperte al ritmo di circa una all’anno e prendono il soprannome di animali in base alle ultime tre lettere della loro designazione. 

Altri LFBOT sono stati soprannominati il ​​Cammello, il Koala e il Diavolo della Tasmania. L’ultimo scoperto, rilevato dalla Zwicky Transient Facility presso l’Osservatorio Palomar in California il 10 aprile, è designato AT2023FHN e, di conseguenza, è stato soprannominato il Fringuello (Finch).

L’insolita posizione dell’esplosione

Dopo il rilevamento iniziale da parte dell’LFBOT, è stata attuata una sequenza pianificata di osservazioni da parte dei telescopi a terra e nello spazio. Il telescopio Gemini South in Cile ha misurato lo spettro ed ha scoperto che era di 20.000° C. Non abbastanza caldo come alcune stelle massicce, ma sicuramente non caldo come una supernova. Le misurazioni del redshift lo collocano a circa 3 miliardi di anni luce di distanza. Una distanza enorme alla quale solo il telescopio spaziale Hubble potrebbe osservare la galassia ospite.

Ma stranamente il Fringuello non si trova affatto in una galassia. Tutti i precedenti LFBOT sono stati osservati nei bracci a spirale delle galassie. Hubble ha osservato che l’esplosione cosmica, invece si trovava nello spazio intergalattico, a circa 50.000 anni luce da una galassia a spirale e a 15.000 anni luce da una piccola galassia.

L’immagine ripresa del telescopio spaziale Hubble dell’esplosione cosmica AT2023fhn detta il Fringuello e la sua posizione vicino a due galassie. Credit: NASA/ESA

La sua posizione smentisce la possibilità che possa trattarsi della supernova di una stella massiccia in esplosione. Al contrario esistono stelle canaglia che vengono scagliate fuori da una galassia nello cosmo in seguito all’incontro con un buco nero supermassiccio.

Alcune possibili soluzioni

“Più impariamo sugli LFBOT, più ci sorprendono”, ha detto in una dichiarazione (rif.Ashley Chrimes, ricercatrice presso l’Agenzia spaziale europea (ESA) e autrice principale di un nuovo articolo che descrive l’LFBOT osservato (rif.).  “Abbiamo dimostrato che gli LFBOT possono verificarsi molto lontano dal centro della galassia più vicina. La posizione del fringuello non è quella che ci aspettiamo per nessun tipo di supernova”.

Chrimes e il suo team si stanno concentrando su due possibili spiegazioni. Una è che l’esplosione cosmica fosse un lampo di luce causato da una stella che veniva squarciata da un buco nero di massa intermedia. Questi buchi neri risiedano nei nuclei di alcuni ammassi globulari, che si nascondono alla periferia delle galassie. Chrimes prevede di utilizzare eventualmente la potente ottica del telescopio spaziale James Webb per cercare eventuali deboli ammassi globulari nella stessa posizione del fringuello.

In alternativa, il potrebbe essere stato una Kilonova, ovvero l’esplosione risultante dalla collisione di due stelle di neutroni. L’Osservatorio delle onde gravitazionali dell’interferometro laser non era operativo in quel momento per rilevare eventuali onde gravitazionali derivanti da una fusione di stelle di neutroni. “La scoperta pone molte più domande che risposte”, ha detto Chrimes. “È necessario ulteriore lavoro per capire quale delle tante possibili spiegazioni è quella giusta”.

Stefano Gallotta

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