La missione della NASA Mars Sample Return potrebbe subire dei notevoli ritardi visti i costi che sono levitati enormemente

La NASA sta cercando un nuovo modo per riportare sulla Terra i suoi preziosi campioni di Marte rimodulando la missione Mars Sample Return (MSR). I campioni raccolti dal rover Perseverance nel cratere Jezero di Marte, che miliardi di anni fa ospitava un delta di un lago e di un fiume. Ottenere i campioni è uno dei principali obiettivi scientifici della NASA. Studiare il materiale incontaminato del Pianeta Rosso in laboratori ben attrezzati in tutto il mondo potrebbe rivelare informazioni chiave su Marte, incluso se abbia mai ospitato la vita.

L’agenzia ha adottato da tempo un’architettura di ritorno dei campioni da Marte, ma ripetuti ritardi e superamenti dei costi hanno reso il piano originale impraticabile. “La conclusione è che 11 miliardi di dollari sono troppo costosi. Non restituire i campioni fino al 2040 è inaccettabilmente troppo lungo”, ha annunciato il 15 Aprile il capo della NASA Bill Nelson.

Le stime erano molto sottovalutate

Il prezzo è la stima massima calcolata da un comitato di revisione indipendente, che ha pubblicato i suoi risultati lo scorso settembre. Uno studio del luglio 2020 aveva stimato che il costo totale della missione Mars Sample Return fosse compreso tra 2,5 e 3 miliardi di dollari. Un team interno alla NASA ha rianalizzato i risultati a fine del settembre scorso. I risultati hanno determinato che la NASA non sarà in grado di riportare i campioni di Perseverance sulla Terra fino al 2040 con l’architettura stabilita. La conclusione cita ragioni come gli attuali vincoli di bilancio e il desiderio di non cannibalizzare altri sforzi scientifici ad alta priorità, come la missione Dragonfly su Titano.

L’architettura stabilita, tra l’altro, avrebbe inviato un lander costruito dalla NASA al cratere Jezero. Il lander avrebbe portato con sé un razzo chiamato Mars Ascent Vehicle (MAV) e diversi piccoli elicotteri da recupero simili al pionieristico Ingenuity della NASA. L’idea era che Perseverance portasse i suoi campioni sul lander, quindi li caricasse nel MAV. Gli elicotteri di recupero invece avrebbero svolto questo lavoro di caricamento, nel caso Perseverance non fosse in ottime condizioni all’arrivo del lander. Il MAV avrebbe quindi lanciato i campioni nell’orbita di Marte. In orbita un veicolo spaziale costruito dall’Agenzia spaziale europea (ESA) avrebbe afferrato il contenitore e lo avrebbe riportato verso la Terra.

La NASA sta ora cercando una nuova via da seguire, nel tentativo di ridurre i costi e di far arrivare qui i campioni prima. Risparmiare denaro aiuterà altri progetti scientifici dell’agenzia, e accelerare i tempi potrebbe aiutare l’agenzia a pianificare viaggi su Marte con equipaggio in futuro. “È inaccettabile aspettare così a lungo”, ha detto Nelson. “È nel decennio del 2040 che faremo sbarcare gli astronauti su Marte”.

La NASA apre ad agenzie private

Gli ingranaggi del nuovo piano stanno già girando. La NASA sta chiedendo al Jet Propulsion Laboratory (JPL) la sua struttura principale per l’esplorazione robotica planetaria idee innovative per la missione Mars Sample Retturn. L’agenzia sta guardando anche all’industria privata. La NASA ha già pubblicato una sollecitazione per nuove idee dal settore commerciale. Queste dichiarazioni arrivano da Nicky Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate dell’agenzia. La NASA terrà una giornata industriale il 22 aprile e accetterà le proposte fino al 17 maggio, ha aggiunto.

L’obiettivo è avere informazioni sufficienti entro la fine dell’autunno o l’inizio dell’inverno per iniziare a tracciare un nuovo percorso verso la MSR. “Lo stiamo aprendo a tutti, perché vogliamo ottenere ogni nuova e fresca idea possibile”, ha detto Nelson. Non è chiaro a questo punto, ovviamente, come sarà questo nuovo percorso. Ma Fox ha previsto alcune possibilità, come un MAV più piccolo ed economico e un nuovo conteggio dei campioni da riportare sulla Terra.

Sia Fox che Nelson hanno sottolineato che l’MSR rimane una priorità assoluta per la NASA, nonostante la difficoltà del compito. L’umanità non ha mai lanciato un razzo dalla superficie di un altro pianeta oltre a i problemi che il progetto ha incontrato finora. “Penso che sia giusto dire che ci siamo impegnati a recuperare i campioni che sono lì, almeno alcuni di quei campioni”, ha detto Nelson. “Noi operiamo partendo dalla premessa che si tratta di un importante obiettivo nazionale”.

Sofia Bianchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *