L'organizzazione Carbon Mapper utilizzando EMIT a bordo della ISS rileverà il metano, pericoloso gas serra, prodotto dalle discariche.

Carbon Mapper ed il metano delle discariche

EcoNews

Le osservazioni dell’Earth Surface Mineral Dust Source Investigation (EMIT) lo strumento a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) saranno usate dall’organizzazione senza scopo di lucro Carbon Mapper per un’indagine globale sulle emissioni di metano prodotto dalle discariche.

Il metano è un potente gas serra. Rappresenta circa il 33% del riscaldamento globale causato dall’uomo. Lo scopo di questa indagine è stabilire e valutare i siti di rifiuti, a livello globale, che emettono metano a tassi elevati. Queste informazioni potranno supportare le scelte politiche mentre lavorano per ridurre la concentrazione del gas nell’atmosfera e limitare il cambiamento climatico.

Quanto è pericoloso il metano

Il metano prodotto dal settore dei rifiuti contribuisce a circa il 20% delle emissioni di metano causate dall’uomo. Tonnellata per tonnellata, il metano è più di 80 volte più potente dell’anidride carbonica nell’intrappolare il calore nell’atmosfera. Ma dove l’anidride carbonica rimane nell’aria per secoli, il metano ha una vita atmosferica di solo circa un decennio o due. Ciò significa che si potrebbe ottenere un rallentamento immediato del riscaldamento atmosferico se le emissioni di metano fossero interrotte in maniera significativa.

“Attualmente, ci sono informazioni limitate sulle emissioni di metano dal settore globale dei rifiuti. Una comprensione completa delle fonti ad alta emissione dai siti di rifiuti è un passo fondamentale per mitigarle” ha affermato Riley Duren, CEO di Carbon Mapper. “Le nuove tecnologie che rendono visibili queste emissioni, hanno il potenziale per cambiare il paradigma, elevando la nostra comprensione collettiva delle opportunità a breve termine in questo settore da sempre trascurato”.

Carbon Mapper ha ricevuto una sovvenzione dalla Grantham Foundation for the Protection of the Environment per supportare le sue operazioni relative all’iniziativa sui rifiuti. Tra queste il finanziamento per coprire le indagini sul metano disperso nell’aria utilizzando le risorse spaziali della NASA. Il progetto comporterà la conduzione di un’indagine iniziale di telerilevamento nel 2023 su oltre 1.000 discariche gestite negli Stati Uniti e in Canada e in località chiave in America Latina, Africa e Asia. 

Gli spettrometri di imaging

Per raccogliere dati, i ricercatori utilizzeranno sensori basati da velivoli, come l’Airborne Visible/Infrared Imaging Spectrometer-Next Generation (AVIRIS-NG), sviluppato presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. Inoltre, utilizzeranno il Global Airborne Observatory dell’UJniversità dell’Arizona, che utilizza un altro spettrometro per immagini costruito dal JPL. Nell’ambito del progetto, i ricercatori analizzeranno sopratutto i dati dell’EMIT. Lo spettrometro di imaging gestito dalla JPL ed installato sulla ISS nel luglio 2022, misura il contenuto di minerali delle principali regioni produttrici di polvere della Terra.

Ad Ottobre, gli scienziati del Carbon Mapper hanno dimostrato che EMIT può anche identificare i pennacchi di metano prodotti dalle discariche. In questo modo, il team ha aggiunto una nuova potenzialità per aiutare la NASA per il monitoraggio dei gas serra. “La JPL della NASA ha una comprovata esperienza decennale nell’utilizzo di spettrometri di imaging aereo per effettuare osservazioni di alta qualità delle emissioni di sorgenti puntiformi di metano”, ha affermato Robert Green, ricercatore principale dell’EMIT presso il JPL. “Con EMIT abbiamo utilizzato la stessa tecnologia dello strumento spaziale, consentendo di raccogliere informazioni sulle fonti di metano localizzate dall’orbita della ISS”.

Dopo il primo anno del progetto Carbon Mapper, i ricercatori condurranno un’indagine più ampia di oltre 10.000 discariche in tutto il mondo utilizzando due satelliti nel programma satellitare Carbon Mapper. La coppia di veicoli spaziali sarà equipaggiata con la tecnologia dello spettrometro a immagini sviluppata al JPL. Il team punta a un lancio alla fine del 2023 in coordinamento con Planet Labs PBC, tra gli altri partner.

Martina De Luca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *