Proviamo ad analizzare per quale motivo il lancio della Starship ha completamente distrutto il sito di lancio della Starbase di SpaceX

Perchè la Starship ha distrutto il sito di lancio ?

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Il razzo più potente mai costruito, la Starship, ha distrutto e danneggiato seriamente l’intero sito di lancio della SpaceX durante il volo di prova della settimana scorsa. La combinazione booster-astronave, alta 120 metri, si è comportata bene durante il test. Il veicolo ha raggiunto un’altitudine di 39 chilometri prima che diversi problemi costringessero SpaceX a ordinarne la distruzione sopra il Golfo del Messico. Ma per quale motivo il sito di lancio della Starbase, dopo il diradarsi della polvere, era completamente devastato ?

L’assenza di un flame deflector

L’enorme potenza dei 33 motori Raptor del booster (primo stadio) dell’astronave hanno creato un cratere nel cemento armato sotto il supporto di lancio orbitale (OLP). I pezzi saltati via hanno colpito le infrastrutture vicine e si presume possano aver danneggiato gli stessi motori Raptor che durante il volo si sono spenti.

Il motivo sarebbe da ricercare nella mancanza di una trincea di fiamma (flame deflector) nel supporto di lancio orbitale della Starbase. Queste enormi strutture, vengono accuratamente progettate per deviare lo scarico dei motori, portati alla massima potenza durante il decollo, lontano dalla piattaforma.

Le trincee di fuoco sono elementi molto comuni nelle piattaforme che ospitano lanci di potenti razzi. Ad esempio, la NASA ne ha recentemente costruito uno nuovo (rif.) al Pad 39B del Kennedy Space Center, in modo che il sito possa supportare i decolli del suo nuovo gigantesco razzo. Lo Space Launch System (SLS) ha volato per la prima volta lo scorso novembre, partendo dal Pad 39B per dare il via alla missione lunare Artemis 1. L’hardware del pad ha subito piccoli danni, ma ha resistito egregiamente agli 4 milioni di kg di spinta generati al decollo.


Uno dei flame deflector alla base della trincea di fiamma della piattaforma 39A del Kennedy Space Center. Consuma 2,3 milioni di litri d'acqua in pochi secondi per mitigare le fiamme sprigionate al decollo.
Uno dei flame deflector alla base della trincea di fiamma della piattaforma 39A del Kennedy Space Center. Consuma 2,3 milioni di litri d’acqua in pochi secondi per mitigare le fiamme sprigionate al decollo. Credit: NASA

Assenza di flame deflector, grossolano errore ?

La missione Artemis 1 ha reso SLS il razzo più potente mai volato con successo. Ma il Booster della Starship è di un altra categoria di potenza. I 33 motori Raptor producono circa 7,5 milioni di kg di spinta alla massima potenza, quasi il doppio rispetto al SLS, che hanno distrutto l’intero sito di lancio. SpaceX durante la costruzione del sito aveva preso in considerazione l’idea di scavare una trincea di fuoco sulla vicina spiaggia di Boca Chica, ma alla fine ha deciso di non farlo.

“Aspirare a non avere un deviatore di fiamma a Boca, ma questo potrebbe rivelarsi un errore”, ha dichiarato il fondatore e CEO dell’azienda Elon Musk su Twitter nell’ottobre 2020 (rif.). Questo non significa che Musk aveva ragione. In effetti, sembra che la compagnia abbia ancora una asso da giocare che non implichi la costruzione di una trincea di fuoco. Ma è molto probabile che sia questo il motivo per cui la Starship ha distrutto il sito di lancio.

Venerdì 21 Aprile, Musk ha twittato (rif.) che SpaceX aveva iniziato a costruire “un’enorme piastra d’acciaio raffreddata ad acqua da mettere sotto il supporto di lancio” tre mesi fa. La piastra non era pronta in tempo per il debutto della Starship, ma SpaceX è andata avanti comunque con il test. Secondo alcune stime, con il senno di poi piuttosto ottimistiche, il cemento sottostante all’OLP resistente al calore chiamato Fondag, sarebbe dovuto sopravvivere al decollo.

Le analisi dei dati e delle immagini

La società ha basato tale ipotesi sui dati del primo static fire, quando 31 dei 33 Raptor del primo stadio sono stati accesi per pochi secondi mentre il veicolo è rimasto ancorato al suolo. Ma lo static Fire di febbraio non ha generato tutta la potenza di un vero lancio, ha osservato Musk in un tweet sabato (rif.). “Siamo all’inizio dell’analisi, ma la forza dei motori quando hanno accelerato [il 20 aprile] potrebbe aver frantumato il cemento, piuttosto che semplicemente eroderlo. I motori erano solo a metà spinta per il test di incendio statico”, ha scritto.

A breve sapremo cosa avrà deciso la SpaceX e se la nuova piastra d’acciaio fornirà una protezione adeguata al supporto di lancio orbitale in futuro. Nel medesimo tweet di venerdì, Musk ha affermato che SpaceX dovrebbe essere pronta a provare un altro lancio di Starship tra 1 o 2 mesi.

Sofia Bianchi

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