Un render dell'approccio di DART ad un meteorite

DART: primo test di difesa planetaria contro asteroidi

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La NASA sta per lanciare una navicella spaziale che impatterà un asteroide. Lungi dall’essere un errore catastrofico da 330 milioni di dollari, al contrario DART (Double Asteroid Redirection Test) sarà il primo test di difesa della Terra dalla minaccia degli asteroidi killer. L’asteroide contro cui si sta schiantando la NASA, chiamato Dimorphos, non è una minaccia per la Terra. Ma i ricercatori vogliono scoprire se possono cambiare la sua traiettoria, prima che questa tecnologia possa essere l’unica strategia per deviare un asteroide veramente pericoloso (rif.).

“Le probabilità che qualcosa di abbastanza grande debba essere deviato dall’impatto con la Terra, sono piuttosto scarse nelle nostre vite”, afferma Andy Rivkin. Lo scienziato planetario lavora presso il Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University nel Maryland, ed ha costruito la navicella spaziale per la NASA“Ma a volte il tuo numero esce quando non te lo aspetti, ed è bello avere una polizza assicurativa”

Il progetto DART

Il lancio è previsto dalla California il 23 novembre, e l’obiettivo è una coppia di asteroidi che viaggiano insieme attraverso lo spazio. Uno in orbita attorno all’altro mentre girano intorno al Sole. Dimorphos, il più piccolo dei due con una larghezza di 160 metri, orbita attorno a Didymos, che è quasi 5 volte più grande e prende il nome dalla parola greca “gemello”.

Se DART verrà lanciato con successo, alla fine di settembre del prossimo anno (2022) andrà a sbattere contro Dimorphos a 6,6 chilometri al secondo. L’impatto dovrebbe modificare l’orbita di Dimorphos in modo che giri intorno a Didymos almeno 73 secondi più velocemente di prima. Gli astronomi dalla Terra osserveranno Didymos per scovare i segni di quel cambiamento orbitale.

Questa complicata coreografia ha lo scopo di testare l’idea che un impatto contro un asteroide può fornirgli la spinta sufficiente per impedirgli di colpire la Terra, afferma Nancy Chabot, scienziata planetaria che lavora alla missione. “Usare la coppia non minacciosa Dimorphos e Didymos è un modo davvero intelligente e sicuro per fare questo primo test”, aggiunge. L’impatto avverrà quando gli asteroidi saranno a 11 milioni di chilometri dalla Terra.

La lotta agli asteroidi vaganti

Piccoli asteroidi e frammenti di meteoriti colpiscono continuamente la Terra. La maggior parte di essi si disintegra nell’atmosfera o cadono a terra in modo innocuo sotto forma di piccole rocce. La NASA ha identificato più di 27.000 asteroidi con traiettorie prossime alla Terra. La preoccupazione più grande consiste nello scovare qualche nuovo asteroide, che punta diretto verso di noi. In più se fosse di una certa stazza questo potenziale pericolo potrebbe causare gravi conseguenze, simili a quelle che hanno contribuito a uccidere i dinosauri e altre forme di vita sulla Terra, 66 milioni anni fa.

Gli scienziati prima di sviluppare il test DART, hanno ipotizzato ogni tipo di difesa per combattere gli asteroidi che minacciano la Terra, la più drammatica delle quali consiste nel farli esplodere con armi nucleari. Altre strategie, meno degne dal punto di vista cinematografico, ma più efficaci, comportano l’alterazione della traiettoria dell’asteroide. I due esempi classici sono: far volare un’astronave al fianco di questi oggetti, sfruttando la forza gravitazionale o produrre un impatto contro di esso, come farà la missione DART.

A seconda dell’angolo con cui DART colpirà l’asteroide, potrebbe sollevare una piccola nuvola di polvere e macerie. L’impatto probabilmente lascerà un cratere che potrebbe essere di circa 10 metri di diametro. Allo stesso tempo, frammenti del relitto del veicolo spaziale potrebbero spargersi sulla superficie dell’asteroide, ma resta da vedere come si disintegrerà DART. 

LICIAcube tende una mano a DART

I ricercatori avranno la possibilità di ottenere risposte dall’impatto, perché pochi minuti dopo, una minuscola sonda finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) volerà per fotografare le conseguenze. Chiamata LICIACube, viaggerà a bordo di DART ed è la prima missione nello spazio profondo a guida autonoma dell’agenzia. LICIACube verrà rilasciato da DART 10 giorni prima dell’impatto e arriverà entro 55 chilometri da Dimorphos. 

Mentre sfreccia, le sue telecamere dovrebbero individuare la nuvola di polvere, se l’impatto ne solleva uno, e possibilmente il cratere risultante. “Potremmo essere sorpresi dalle immagini che raccogliamo”, afferma Elisabetta Dotto, astronoma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma, che sta guidando la collaborazione delle università e delle istituzioni italiane coinvolte.

Nel 2026, un veicolo spaziale follow-up, la missione Hera dell’Agenzia spaziale europea (ESA), visiterà Dimorphos per scattare foto più dettagliate del sito dell’impatto. I dati raccolti dalla missione DART dovrebbero aiutare gli scienziati a capire come gli impatti influenzano gli asteroidi. Ma DART è solo un test che coinvolge un tipo di roccia spaziale. Potrebbero esserci scenari molto differenti in cui si voglia colpire un asteroide con una velocità maggiore oppure composto da diverso materiale rispetto a Dimorphos.

E’ piuttosto lampante che le variabili in gioco in una missione così complessa sono molteplici e difficile previsione. Per questa ragione quanti più test saremo in grado di allestire tanto più saremo preparati ad affrontare una problematica di questa portata. Sebbene molti altri veicoli spaziali in passato siano stati deliberatamente distrutti contro oggetti celesti alla fine della loro vita, DART sarà il primo test il primo a colpire un corpo planetario a difesa del nostro pianeta, la Terra contro la minaccia di asteroidi.

Stefano Gallotta

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